Doppio infanticidio di Parma, la ricostruzione della vicenda
Per Chiara Petrolini sono scattati gli arresti domiciliari con le accuse di omicidio volontario premeditato e soppressione di cadavere per il doppio infanticidio. La sua posizione, dunque, si è aggravata, anche a causa di una serie di elementi raccolti dagli inquirenti, come «le centinaia di ricerche online, ossessive, su come indurre il parto, come nascondere […] The post Doppio infanticidio di Parma, la ricostruzione della vicenda appeared first on Donnamoderna.
Per Chiara Petrolini sono scattati gli arresti domiciliari con le accuse di omicidio volontario premeditato e soppressione di cadavere per il doppio infanticidio. La sua posizione, dunque, si è aggravata, anche a causa di una serie di elementi raccolti dagli inquirenti, come «le centinaia di ricerche online, ossessive, su come indurre il parto, come nascondere una gravidanza o far sesso in quelle condizioni, o ancora sui tempi di decomposizione di un corpo», ha spiegato il Procuratore di Parma, Alfonso D’Avino, che parla di «sgomento».
Infanticidio di Parma: lo sgomento dopo la vicenda drammatica
C’è una parola che il Procuratore della Repubblica di Parma ha usato per ben quattro volte nell’incontrare i giornalisti dopo la notizia degli arresti domiciliari, scattati per Chiara Petrolini, la 22enne che ha dato alla luce e poi soppresso due neonati nell’arco di circa un anno, seppellendoli nel giardino della villetta in cui vive con la famiglia in provincia di Parma. «Sgomento per i neonati, morti dopo aver visto la luce» ha detto D’Avino, aggiungendo lo sgomento la famiglia della giovane, che si trova ad affrontare questa situazione dolorosa, lo sgomento per il fidanzato, che era all’oscuro e sgomento per la ragazza stessa.
Le ricerche ossessive per nascondere la gravidanza
A portare all’accusa di omicidio volontario premeditato sono state le ammissioni della giovane, ma anche gli indizi, come le «ricerche ossessive online della giovane», ha spiegato il Procuratore, su «come nascondere la gravidanza», «come fare sesso in gravidanza», «come avere travaglio il meno doloroso possibile», «come indurre l’aborto con farmaci o erbe naturali», «come abortire al sesto mese», ecc.: «In tutti i casi il riferimento non è all’aborto secondo la legge 194, ma quello a gravidanza inoltrata: si tratta di ricerche portano a pensare che la soppressione fosse l’obiettivo fin dall’inizio – ha detto D’Avino – E’ stato anche visualizzato un video su come si decompone un corpo e una ricerca, avvenuta subito dopo il parto del 7 agosto, su quanto tempo occorre perché un corpo inizi a puzzare».
Nessun pentimento apparente dopo l’infanticidio
«A colpire è il fatto che nelle centinaia, forse migliaia di ricerche effettuate su internet non ce ne sia una che aprisse alla vita e alla possibilità di un affidamento del neonato. Questo ha portato a formulare l’ipotesi di reato di omicidio volontario premeditato. Quanto all’accusa di soppressione di cadavere, si riferisce a quanto compiuto dopo che entrambi i neonati erano venuti alla luce». Come spiegato in conferenza stampa, lo scheletro del primo bimbo è stato trovato grazie all’intuizione di un carabiniere, dopo «una delle prime spontanee ammissioni della giovane con l’avvocato, che ha detto di aver nascosto il corpo in giardino perché lo voleva vicino a sé, non lontano dalla finestra della sua camera». Proprio lì sono state trovate le ossa del neonato ucciso a maggio 2023.
Aiutata da qualcuno?
Un altro punto chiarito dagli inquirenti è che la studentessa avrebbe compiuto l’infanticidio completamente da sola: anche se le indagini proseguono, emerge che i genitori (che restano indagati, ma in un fascicolo stralciato) sarebbero rimasti realmente sorpresi alla notizia della doppia gravidanza e della sepoltura dei bambini. Dalle intercettazioni e nei messaggi scambiati con le amiche non ci sarebbe traccia della conoscenza della gravidanza. Neppure con l’amica che studia ostetricia, su cui si erano concentrate le attenzioni nelle scorse ore.
Infanticidio di Parma: escluso il complotto familiare
Sarebbe esclusa, dunque, l’ipotesi di un complotto familiare per coprire la giovane colpevole di infanticidio: il viaggio in America, con partenza due giorni dopo la nascita e uccisione del secondo bimbo, era stato programmato 4-5 mesi prima. La ragazza ha detto agli inquirenti di non sapere a che settimana di gestazione fosse. Pensando che le mancassero uno o due mesi avrebbe raccontato tutto al ritorno dalle vacanze. «Possiamo escludere che, a parte lei, nessuno lo sapesse. Dalle intercettazioni si percepisce la meraviglia dei genitori: il padre, anzi, ha detto che sarebbe stato particolarmente felice di diventare nonno», spiegano gli inquirenti.
Il possibile movente dell’infanticidio: la paura di essere giudicata
Perché, dunque, non dire nulla? «Non emerge che possano esserci state pressioni sociali, culturali o religiose in famiglia, ma la ragazza dice di aver tenute nascoste le gravidanze per il timore di essere giudicata sia dai genitori che dal fidanzato, che era all’oscuro di tutto – ha spiegato D’Avino – I due stavano insieme dal 2020, anche se si erano lasciati più volte. La prima era accaduto prima della nascita del primo bambino, che è risultato essere figlio del fidanzato, come il secondo. La seconda volta è accaduto al ritorno dagli Usa, quando il ragazzo ha scoperto l’accaduto».
Come ha nascosto la gravidanza
«Nonostante dormisse abitualmente con il ragazzo, la giovane ha tenuto nascosta la gravidanza. Non sembra incinta, sia dal racconto di amici e compaesani, sia dalle foto che abbiamo potuto vedere» hanno chiarito gli inquirenti. «Ciò che ci ha agghiacciato, in effetti, è come a meno di 24 ore dal parto e dalla soppressione del figlio, la ragazza abbia avuto la forza fisica di partecipare a feste, andare dall’estetista, in un bar, mangiare la pizza in famiglia, andare ancora in vineria e al bar. Lo stesso era accaduto a maggio del 2023: dopo il parto e l’uccisione del figlio, Chiara era andata a fare shopping con le amiche. Chi siamo chiesti cosa possa esserci dietro, ma tutto ciò sarà oggetto di valutazioni sulla sua personalità», ha spiegato D’Avino.
Un disturbo psichiatrico?
«Allo stato attuale – ha sottolinea il Procuratore – non ci sono evidenze di un disturbo psichiatrico, ma ci riserviamo di verificare. Colpisce il fatto che la giovane avesse contatti quotidiani con bambini, perché lavorava come baby sitter e aveva gestito una colonia estiva. Alla domanda sulla volontà di avere figli ha anche risposto in modo positivo». Eppure ha partorito in casa, al piano seminterrato della taverna dove si trova la sua camera, da sola, tagliando il cordone ombelicale e dicendo di essere poi svenuta subito dopo. Al suo risveglio, secondo il racconto, il neonato era senza vita, così lo avrebbe sepolto in giardino, senza che nessuno si accorgesse.
I punti oscuri
Molti rimangono, però, i punti oscuri. Ad esempio, avrebbe continuato ad avere rapporti col fidanzato, giustificando le perdite di sangue con un flusso mestruale abbondante. La stessa spiegazione data al padre che, accorgendosi di alcuni tappeti sporchi di sangue dopo il secondo parto, si sarebbe limitato a metterli a lavare. Nessuna domanda particolare neppure dalla madre di Chiara alla figlia. Durante il viaggio in America la ragazza non avrebbe accusato alcun malore. E quando i genitori sono stati contattati dai carabinieri riguardo al ritrovamento di un neonato in giardino, avrebbero comunque deciso di terminare la vacanza, per rientrare 10 giorni dopo in Italia. Convocati in caserma, avrebbero preso atto della maternità di Chiara con stupore.
I dubbi sul comportamento
«Sul comportamento dei genitori rimane molto stupore, ma non c’è nulla che abbia rilevanza da un punto di vista penale», ha sottolineato il Procuratore di Parma di fronte a quelle che appaiono come “anomalie” nelle reazioni soprattutto da parte della famiglia. «Ciò che possiamo affermare è che non sempre sembra siano stati presenti per la ragazza: in entrambi i casi dei parti la giovane avrebbe lamentato un’emorragia, addotta anche come scusa per non partecipare al saggio del fratello il 12 maggio 2023, giorno della nascita del primo bambino. Eppure madre e padre non avrebbe indagato, non facendo domande ulteriori alla figlia».
L’appello alle donne: chiedete aiuto
Di fronte a tanta incredulità, sia in paese, sia tra i conoscenti della famiglia, nel corso della conferenza stampa i carabinieri hanno voluto rivolgere un accorato appello alle donne, in particolare alle giovani: «Abbiate fiducia nelle istituzioni, c’è modo di aiutarvi se vi trovate in difficoltà – è stato detto – Rivolgetevi al servizio sanitario nazionale, c’è modo di partorire in totale anonimato».
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