I test Covid-19 a domicilio funzionano ancora?
Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i contagi da Covid-19 in Italia sono sostanzialmente stabili e l’impatto sugli ospedali limitato, mentre nel resto del mondo l’Organizzazione mondiale della sanità aveva sottolineato, verso la metà di agosto, aumento di casi e decessi riscontrati dal 24 giugno al 21 luglio (186 mila nuovi contagi in […] The post I test Covid-19 a domicilio funzionano ancora? appeared first on Donnamoderna.
Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i contagi da Covid-19 in Italia sono sostanzialmente stabili e l’impatto sugli ospedali limitato, mentre nel resto del mondo l’Organizzazione mondiale della sanità aveva sottolineato, verso la metà di agosto, aumento di casi e decessi riscontrati dal 24 giugno al 21 luglio (186 mila nuovi contagi in 96 paesi). A partire dal 2020, anno di inizio della pandemia, il virus si è andato trasformando, nuove varianti si sono diffuse e si sono man mano affinati i test per diagnosticare la malattia. Per una questione di praticità, molte persone alla prima febbre preferiscono utilizzare i test a domicilio che si acquistano in farmacia. Ma i test antigenici rapidi non sono mai stati precisi quanto i test PCR eseguiti in laboratorio. Inoltre, le continue mutazioni del virus sollevano ulteriori dubbi sulla loro affidabilità. Ecco come conviene comportarsi per fugare ogni dubbio.
Test rapidi antigenici: il risultato in pochi minuti
I test rapidi antigenici offrono un modo rapido e semplice per effettuare lo screening del Covid-19 in autonomia. Questi “test casalinghi” si basano su un tampone nasale per rilevare infezioni attive entro circa 15 minuti.
Prestazioni dei test rapidi con le nuove varianti
I test rapidi Covid-19 non sono mai stati perfetti, e la loro efficacia con l’emergere di nuove varianti ha spesso sollevato dubbi. La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti monitora costantemente l’efficacia dei test che regolamenta. La FDA collabora con una task force dei National Institutes of Health per monitorare come le varianti influenzano i test. Nel 2022, durante la dominanza di Omicron, questa task force ha concluso che i test fai da te continuavano a funzionare adeguatamente.
Immunità pregressa da Covid-19, l’impatto sui risultati dei test
Sebbene i test abbiano mantenuto una certa costanza di risultati, un articolo del Time sottolinea come anche il nostro sistema immunitario si sia evoluto in questi anni. All’inizio della pandemia, la carica virale di una persona infetta tendeva a raggiungere il picco al momento dell’insorgenza dei sintomi. Di conseguenza, un test rapido effettuato nei primi due giorni di malattia aveva buone probabilità di rilevare il virus. Tuttavia, con l’aumento dell’immunità pregressa dovuta a vaccinazioni multiple o infezioni precedenti, i tempi sono cambiati. Ora, la carica virale tende a raggiungere il picco intorno al quarto o quinto giorno dei sintomi, come evidenziato da uno studio pubblicato all’inizio del 2024.
Questa variazione è probabilmente dovuta a un sistema immunitario che, preparato dai precedenti incontri con il virus, reagisce più rapidamente. Una risposta immunitaria accelerata può comportare un’insorgenza più rapida dei sintomi, ma anche una ridotta capacità dei test rapidi di rilevare immediatamente il virus.
Quando ripetere il test del Covid-19 è essenziale
«Se il tuo corpo ha già visto il virus in precedenza, reagirai e avrai una risposta immunitaria più rapidamente», spiega la coautrice dello studio, Nira Pollock, co-direttrice dell’Infectious Diseases Diagnostic Laboratory presso il Boston Children’s Hospital. «Quella risposta immunitaria può manifestarsi come sintomi». Dal punto di vista immunitario, è una buona cosa. Ma può complicare i test, perché significa che qualcuno potrebbe non risultare positivo al COVID-19 finché non si sente male da giorni.
Nel loro recente studio, Pollock e i suoi coautori hanno stimato che un test antigenico del Covid-19 ha un’accuratezza compresa tra il 30% e il 60% nel rilevare un’infezione il primo giorno di sintomi di una persona, ma fino al 93% il quarto giorno. Sulla base di tali risultati, Pollock e altri ricercatori hanno affermato che le persone sintomatiche non dovrebbero presumere di essere esenti da Covid-19 sulla base a un singolo risultato negativo del test antigenico: sarebbe opportuno – oltre ad osservare qualche giorno di isolamento o almeno l’utilizzo della mascherina in presenza di altre persone – ripetere il test intorno al quarto giorno di sintomi. Riassumendo, se si hanno sintomi è consigliato effettuare subito il test; tuttavia se il risultato è negativo è importante ripeterlo dopo qualche giorno poiché la quantità di virus nel naso potrebbe non essere ancora sufficientemente alta per essere rilevata.
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