Oltre 3.600 sostanze chimiche negli alimenti: lo studio
Una ricerca ripresa dalla CNN ha sollevato nuove preoccupazioni sulla presenza di oltre 3.600 sostanze chimiche che finiscono nel corpo umano attraverso il cibo che consumiamo. Queste sostanze, utilizzate durante la produzione, il confezionamento e la conservazione degli alimenti, rappresentano una minaccia per la salute, con alcune già collegate a gravi malattie, come il cancro […] The post Oltre 3.600 sostanze chimiche negli alimenti: lo studio appeared first on Donnamoderna.
Una ricerca ripresa dalla CNN ha sollevato nuove preoccupazioni sulla presenza di oltre 3.600 sostanze chimiche che finiscono nel corpo umano attraverso il cibo che consumiamo. Queste sostanze, utilizzate durante la produzione, il confezionamento e la conservazione degli alimenti, rappresentano una minaccia per la salute, con alcune già collegate a gravi malattie, come il cancro e problemi endocrini.
Sostanze chimiche dannose e rischi per la salute
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology, settantanove delle sostanze chimiche utilizzate nell’industria alimentare presenti nel corpo sono note per causare cancro, mutazioni genetiche, problemi endocrini e riproduttivi e altri problemi di salute.
Molte altre sostanze chimiche potrebbero essere dannose in modi che la scienza non conosce ancora, ha affermato Jane Muncke, autrice principale dello studio, amministratore delegato e direttore scientifico del Food Packaging Forum, una fondazione senza scopo di lucro con sede a Zurigo, in Svizzera, che si occupa di comunicazione scientifica e ricerca. «Stiamo misurando non solo le sostanze chimiche note per essere utilizzate nel processo di produzione alimentare, – ha spiegato – ma anche tutta la sporcizia, i sottoprodotti e le impurità che chiamiamo sostanze aggiunte in modo non intenzionale». «Queste sostanze sono sempre presenti nella plastica, nei rivestimenti di lattine e confezioni, negli inchiostri da stampa e così via. Potrebbero non avere una funzione tecnica nella lavorazione degli alimenti, ma sono lì comunque e migrano nelle persone, e noi le misuriamo.»
Migrazione di sostanze chimiche negli alimenti
Una sostanza chimica che lo studio ha rilevato sia negli alimenti che nel corpo umano è, ad esempio, il bisfenolo A, o BPA , utilizzato per realizzare biberon, tazze con beccuccio e contenitori per latte in polvere per neonati, finché i genitori spaventati non hanno boicottato tali prodotti più di un decennio fa. Il BPA è un interferente endocrino che è stato collegato ad anomalie fetali, basso peso alla nascita e disturbi cerebrali e comportamentali nei neonati e nei bambini. Negli adulti, la sostanza chimica è stata collegata allo sviluppo di diabete, malattie cardiache, disfunzione erettile, cancro e a un rischio del 49% più alto di morte precoce entro 10 anni. Secondo il National Institute of Environmental Health Sciences, il bisfenolo A può penetrare negli alimenti tramite i rivestimenti delle conserve, delle stoviglie in policarbonato, dei contenitori per alimenti e delle bottiglie d’acqua.
La risposta dell’industria
L’American Chemistry Council ha dichiarato alla CNN che le aziende del settore sono impegnate a garantire la sicurezza alimentare. Un portavoce ha sottolineato l’importanza di considerare i potenziali rischi nel contesto dei quadri normativi esistenti e dei livelli effettivi di esposizione. La complessità del problema renderebbe difficile inoltre stabilire con precisione quale sia l’effettiva pericolosità delle sostanze chimiche presenti negli alimenti.
Monitorate 14.000 sostanze chimiche
Nello studio, i ricercatori hanno confrontato 14.000 sostanze chimiche note per entrare in contatto con gli alimenti durante il processo di confezionamento con database mondiali che monitorano l’esposizione umana a potenziali tossine chimiche. Gli scienziati ne hanno valutato la presenza nel corpo umano analizzando i dati riportati in studi scientifici e database di biomonitoraggio che tracciano le sostanze chimiche nei campioni biologici come quelli di sangue, urina e latte materno. I ricercatori si aspettavano di trovare conferma della presenza di alcune centinaia di contaminanti, e invece ne hanno trovati ben 3.601, praticamente il 25% di tutti quelli noti finora. Tutti i dati della ricerca sono stati caricati su un database aperto per uso scientifico.
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